Cercava aiuto, ha trovato la morte

TERAMO – E’ impossibile, inutle nemmeno provarci, a descrivere la disperazione di una persona. Quella che ti porta a vedere tutte le porte chiuse, in una stanza che ti si ripiega addosso. Quella in cui era finita Giusepina D.C., la 54enne diBellante che lo scorso 5 ottobre era salita su uno dei cornicioni che danno sul cortile interno del municipio di Teramo, minacciando di farsi cadere giù. Allora fu il sindaco Brucchi a convincerla a desistere: a lui confidò che 270 euro di pensione al mese non bastavano per farla vivere e per pagarsi le terapie mediche fuori regione per la sua grave patologia. Oggi scopriamo drammaticamente che quella denuncia era concreta: Giuseppina si è tolta la vita nel reparto di psichiatria dell’ospedale Mazzini. E’ entrata in un bagno e si è impiccata, con la cinta della sua vestaglia da notte. Ha messo fine a una esistenza travagliata, fatta di rapporti difficili con la madre, l’ex marito, con la responsabilità di tre figli e di un lavoro che non c’è. Speccho di un ‘normotipo’ urtroppo sempre più frequente nella società di oggi, travolta e massacrata dalla crisi, economica, dei rapporti, della convivenza, della solidarietà. Giuseppina la cercava solidarietà, concreta, non l’ha trovata: ha trovato una forma gravissima di depressione e ha preferito naufragare in un mare in tempesta, dichiarandosi sconfitta, ed è andata giù tra i gorghi della sua mente, lasciando il suo diario e una lettera straziante al suo nuovo compagno, una letera d’amore, una lettera intrisa di disperazione inascoltata.